Poteva uccidere i serpenti con il solo tocco della mano e i suoi rimedi contro il morso di queste creature erano infallibili. Il suo nome deriverebbe proprio da questa sua peculiarità: anguis, in latino, significa per l’appunto “serpente”.
Le notizie mitologiche sul suo conto sono veramente esigue. E’ probabile che i Romani la identificassero con Bona Dea.
Silio Italico, nelle sue Punicae, così ne parla:
Angitia, figlia di Eeta, per prima scoprì le male erbe,
così dicono, e maneggiava da padrona
i veleni e traeva giù la luna dal cielo;
con le grida i fiumi tratteneva e,
chiamandole, spogliava i monti delle selve.
Da notare che l’immagine della fattucchiera potente, capace di dominare con le proprie arti perfino gli astri è un topos ricorrente nella letteratura greco-latina.
William Smith, nel suo Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology ipotizza che la prima origine di questa divinità sia da rintracciare in Grecia: Angizia sarebbe stato il nome dato dai Marsi (popolazione italica che viveva nella zona del lago Fucino, in Abruzzo) a Medea.
Il santuario di Angizia era collocato sulle rive della Conca del Fucino: gli abitanti della zona, secondo la tradizione, avrebbero ereditato dalla "magadea" la capacità di produrre ottimi antidoti contro il veleno dei serpenti.
Immagine © Thaliatook.com
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