domenica 5 luglio 2015

Claudio Widmann, "Il gatto e i suoi simboli"

Edito da Magi Edizioni nella collana "Il bestiario psicologico", Il gatto e i suoi simboli, dell'analista junghiano Claudio Widmann, è un viaggio affascinante che intende esplorare (attraverso i secoli e per mezzo di determinate categorie) l'archetipo del gatto e, più in generale, della "felinità".
Partendo dagli antichi culti egizi di Bastet e di Sekhmet, Widmann passa in rassegna dapprima gli stereotipi riferiti al gatto (la sua tendenza alla separatività; i suoi contatti con il mondo "altro" o "infero"; la sua invereconda sensualità ecc.) e successivamente, in una trattazione più estesa, le reali peculiarità del gatto come archetipo e simbolo.
Il gatto viene presentato innanzi tutto come creatura che ha «natura intrinsecamente femminile» (si pensi a Bastet, a Freya... ma anche all'abusato nesso gatto/strega) e che con le donne intrattiene da molto tempo un rapporto stretto e biunivoco, che spesso mette in difficoltà l'uomo e la sua naturale tendenza al controllo, al dominio. I gatti, come le donne, si rivelano sfuggenti, capaci di slanci di assoluta abnegazione (l'istinto materno forte, potente, da far risalire alla Magna Mater), di estrema sensualità, di indifferenza e perfino di crudeltà: «[...] proprio la potenza dell'Anima desta nell'uomo il timore che il gatto, come la donna, non lo ubbidisca a sufficienza e non lo ami abbastanza».
Widmann si sofferma poi su un'altra caratteristica peculiare del gatto: quella di vivere costantemente in limine e di presentarsi dunque come un perfetto "guardiano di soglia". La sua capacità di adattarsi tanto alla vita domestica quanto a quella selvatica, il suo essere sonnolento durante il giorno e attivo durante la notte, il suo alternare momenti di vigilanza a momenti di sonno profondo... queste e molte altre qualità ci fanno comprendere come il gatto viva costantemente in limine e veicoli, perciò, la «possibilità di coltivare stati di coscienza abitualmente inaccessibili».
Non solo guardiano, comunque - e non sempre e solo una figura "d'Ombra". Anzi (come molti gattofili hanno sperimentato sovente in prima persona!), il gatto è anche (e soprattutto) soccorritore, iniziatore e guida: Widmann attinge dalla letteratura e dal folklore (dalla fiaba del Gatto con gli stivali all'usanza del Maneki Neko, passando attraverso leggende arabe e giapponesi) per illustrare i tratti simbolici più rassicuranti (e spesso più trascurati dall'immaginario collettivo) di questo animale misterioso e affascinante, che da millenni affianca la nostra esistenza in silenzio e con discrezione.

Claudio Widmann
Il gatto e i suoi simboli
Magi Edizioni
Roma, 2012
Pagg. 164

2 commenti:

Mandry ha detto...

Ciao Candia! Scrivevo sul blog "alla tana con tanto di cappello" (stregamandragora) non so se ricordi.. sono passati diversi anni. Ho seguito il tuo blog per molto tempo.. finché non ne ho perso le tracce.. ora che ti ho ritrovato ( si perché mi é venuto il lampo di genio di cercarti sul motore di ricerca di livejurnal, visto che su Google non ti trovavo), vorrei continuare a seguirti.. ma vedendo che non aggiorni da qualche mese, mi chiedevo se sei ancora attiva o se adesso sei iscritta in altri social. Ti mando un abbraccio e un grazie per gli argomenti interessantissimi che condividi attraverso le tue parole. Mandry

Mandry ha detto...

Ciao Candia! Scrivevo sul blog "alla tana con tanto di cappello" (stregamandragora) non so se ricordi.. sono passati diversi anni. Ho seguito il tuo blog per molto tempo.. finché non ne ho perso le tracce.. ora che ti ho ritrovato ( si perché mi é venuto il lampo di genio di cercarti sul motore di ricerca di livejurnal, visto che su Google non ti trovavo), vorrei continuare a seguirti.. ma vedendo che non aggiorni da qualche mese, mi chiedevo se sei ancora attiva o se adesso sei iscritta in altri social. Ti mando un abbraccio e un grazie per gli argomenti interessantissimi che condividi attraverso le tue parole. Mandry

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