sabato 21 aprile 2007

La casa della strega

Ho deciso: le porte, al piano di sopra, le voglio lilla. Con le rifiniture d'argento, perché le stanze da letto sappiano di luna.
E poi voglio mille colori e candele e fiori e animali... Con le tortore e i passerotti già ho un buon rapporto. Devo solo avere pazienza con la Tina, il cane del vicino: un bracco ululante e stizzoso, poco abituato a vedere gente nel cortile accanto al suo e che abbaia tutto il giorno, con quel vocione che si ritrova - Uuuuuffff! UUUUUFFFF!

(E devo avere pazienza coi miei amici, che parlano, promettono e poi scompaiono - e, quando tornano, lo fanno nei momenti peggiori: non cambieranno mai e dunque tanto vale che io li prenda così, come sono.)

E poi via il vecchio attaccapanni a muro, rivestito con le perline in finto legno. Voglio il muro liscio e appendini in ferro battuto stile rétro e una cornicetta di stucco bianco. E la tristezza dell'inverno, quel senso di oppressione che mi schiacciava qui, proprio alla base del collo, e non di rado mi faceva uscire la voce tutto d'un colpo (quando gridavo e piangevo e volevo mandare tutto all'aria: i sogni e le speranze e ogni cosa per cui valesse la pena di vivere, solo perché ero troppo stanca per andare ancora avanti) - via, verrà spazzata fuori. Fuori dalla porta, fuori dal cortile della Casa Nuova.

E della Nuova Canidia, che oggi è così - e domani chissà.

Nessun commento:

Posta un commento