domenica 7 settembre 2008

Del mese di settembre

Sono tornata a casa già da parecchio, ma mi sono mancati il tempo e la voglia di scrivere su queste pagine.
Le montagne erano meravigliose e io e Cri ci siamo comportati da coscienziosi viandanti.
Del resto, arrampicarsi lungo i sentieri d'alta quota, per poi giungere - con quel particolare sobbalzo al cuore - alla meta tanto ambita sono sensazioni che valgono la pena di faticare, di sentire le gambe indolenzite e la pelle bruciare al sole.
In più, durante il soggiorno in Valle d'Aosta, ho raccolto parecchi racconti e leggende, che sto trascrivendo in questi giorni sul mio quadernetto (e sul sito). Storie di vallate infestate da spiriti malevoli, di streghe più o meno pericolose, di animali bizzarri e lupi mannari. Nonostante la vicinanza geografica, sono molto diverse da quelle piemontesi: vi si leggono l'asperità della terra e la rigidità dei lunghi inverni, il freddo della notte, le insidie dei sentieri scoscesi.

Ci pensavo la sera, passeggiando lungo il torrente: quelli erano i luoghi del loup garu, delle fate bizzose capaci di tramutarsi in serpenti... Fino al secolo scorso, fino a soli cinquant'anni fa, la popolazione del luogo era ancora completamente immersa in questo mondo aspro e magico al tempo stesso. Ora, invece, non sappiamo più ascoltare, non sappiamo più meravigliarci, non sappiamo più trattenere il fiato sospeso per un fruscìo nella notte...

Il Gran Paradiso visto dai casolari dell'Herbetet (foto di Canidia)

Il ritorno alla vita quotidiana è stato meno riposante di quel che mi aspettassi: avevo creduto di poter fare ancora qualche giorno di vacanza prima di tornare al lavoro, invece io e Cri abbiamo finito per metterci a tinteggiare le due facciate di casa. Un lavoro faticoso, ma necessario. Non ne potevamo più dell'intonaco che sfioriva e dei ragni che si ostinanavano a fare il nido sopra la nostra porta d'ingresso.
La Casa dei Ranocchi ha cambiato faccia, assomiglia sempre meno a una vecchia bisbetica e inizia ad apprezzare la vivacità dei colori e la fragranza dei fiori. L'ho sempre detto io, che era solo questione di tempo...

Il primo di settembre ho ricominciato a lavorare.
Sono sempre in Comune, con un nuovo contratto valido per ben trenta giorni, che forse verrà rinnovato fino a Natale.
La vita dei precari è avventurosa e io cerco di non pensarci troppo visto che, oltretutto, il 17 di questo mese mi laureo. Cerco di non pensare troppo neppure a questo, altrimenti rischio di affogare.
Ma, certo, a volte ci penso. Appena appena, quel tanto che basta per restare agganciata alla realtà.
Per tanti anni l'argomento "università" è stato il tasto debole, il nervo scoperto da non stuzzicare. E adesso...
Adesso la laurea.
La fine dell'università e di tutti i miei patemi.
Che fossi testarda lo sapevo; ma senza Cri (senza la sua fiducia incessante nelle mie possibilità: a tutti i costi e senza mai vacillare...) non ce l'avrei mai fatta.
Che cosa cambierà, dal 17 settembre? Nella mia vita poco o nulla.
Ma nella mia testa sarà una gran baldoria.

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