Per questo motivo la statua del dio presente nel tempio ai piedi del Campidoglio era anch'essa avvolta in bende, che venivano sciolte e tagliate in occasione dei Saturnalia, festività invernali che si svolgevano a Roma nel periodo corrispondente ai giorni fra il 17 e il 24 dicembre.
"Sciogliere il dio" significava liberarne la forza antica - forza che è ambivalente, in quanto Saturno è il dio dell'ombra e della luce, della fine e dell'inizio.
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Rea porge a Crono una pietra fasciata, facendogli credere che si tratti del figlio Giove appena nato |
Perciò i Saturnalia erano la festività "del rovesciamento", in cui l'ordine conosciuto era sovvertito, per lasciare spazio a una nuova dimensione comunitaria: gli schiavi erano temporaneamente liberati ("sciolti dai loro vincoli", esattamente come Saturno), ci si scambiavano doni, si festeggiava con grande euforia e veniva eletto un re-burla, come accadeva (secoli più tardi) nelle Feste dei Folli medievali.
Si attuava, insomma, un vero e proprio rovesciamento, una "vita carnevalesca" (per dirla con Bachtin) basata sull'abolizione dell'ordinamento gerarchico, la mescolanza dei valori e dei fenomeni e la profanazione (oscenità, scherzi volgari...).
Proprio in funzione di questa sua duplicità, il carnevalesco è ambivalente e rappresenta in un'unica occasione le facce opposte di un'unica medaglia. Per questo le festività dei Saturnalia, per quanto sfrenate e goliardiche, contengono una suggestione riflessiva: celebrando la vita, si rammenta la morte - alla quale si giunge attraverso i rituali dedicati al "dio nero" Saturno, in un kyklos destinato a ripetersi.
«Il riso rituale era rivolto a qualcosa di superiore: si beffeggiava e rideva il sole (dio supremo), gli altri dei, il supremo potere terrestre, per costringerli a rinnovarsi e rigenerarsi. Tutte le forme di riso rituale erano legate alla morte e alla risurrezione, all'atto della riproduzione, ai simboli della forza produttiva. Il riso rituale reagiva alle crisi nella vita del sole [...], alle crisi nella vita della divinità, nella vita del mondo e dell'uomo (riso funebre). In esso la derisione si fondeva col giubilo.» (Michail Bachtin)
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Saturnalia |
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